10. DINO BUZZATI
E I FUORILEGGE DELLA MONTAGNA
location_on Croda da Lago, Rifugio G. Palmieri - Installazione: Giugno 2025
Il mattino dopo di buonora mentre salivo verso la Forcella di Ambrizzola, e dinanzi a me, a tracolla della guida, la matassa della corda dondolava facendo un curioso movimento ritmando il lento passo, mi accorsi che dietro di noi, pure usciti dal rifugio, due venivano. Erano i due studenti secchioni che avevo visto la sera prima giocare a scacchi. Ci raggiunsero poco prima della forcella, là dove si lascia il largo sentiero per puntare all’attacco per i ghiaioni. “Buongiorno” — “Buongiorno”. Io chiesi: “Dove andate?” – “Andiamo a fare il camino”. E si allontanò (…). Il gesto di quei due ragazzi mi sembrò qualcosa di assurdo. Senza guida avventurarsi in un’arrampicata classica e dura, di cui, nei rifugi, si discuteva con reverente rispetto. Ne ebbi una rabbia. Solo più tardi quando, giunti facilmente in vetta, vedemmo spuntare il berretto rosso del magrolino e infine la sua faccia sorridente, solo allora mi resi conto che la mia rabbia era soltanto invidia.
Dino Buzzati, I fuorilegge della montagna. Uomini, cime, imprese
Non sono solo i picchi aguzzi che si intravedono nella Famosa invasione degli orsi in Sicilia. Non è solo la catena che fa limite allo sguardo di Drogo in Il deserto dei Tartari, o il “bosco vecchio” custode di segreti ancestrali, o le guglie del Duomo di Milano trasformate in crode. Nato all’ombra delle Dolomiti bellunesi, valente alpinista, Dino Buzzati (1906 – 1972) nutrì sempre un forte amore per la montagna. “Le vette ricorrono spesso nei suoi romanzi, racconti, quadri, prose giornalistiche, di volta in volta metafora del mistero, giganti con cui misurarsi, obiettivo di conquista o simbolo di occasioni perdute” (Lorenzo Viganò). Nella casa di Cojana, al bordo del bosco del Faloria, dove stava con la giovane compagna e poi moglie Almerina, che aveva conosciuto nel 1959, e con Neri Pozza e Lea Quaretti, Buzzati incontrò scrittori, poeti, artisti. Rolly Marchi, il maestro di sci Franco Mandelli; qui, nell’estate del 1971, rilasciò all’amico e studioso Yves Panafieu l’intervista Dino Buzzati: un autoritratto, che rappresenta il suo congedo. Per Buzzati la Croda da Lago fu la prima vetta scalata a sedici anni e anche l’ultima, nel 1966, con Rolly e con Lino Lacedelli. “Se andrò sulla Croda da Lago, io sarò un uomo felice nel vero senso della parola. Perché è la montagna che mi piace più di tutte, la più misteriosa, essendo distante da tutti i paesi tanto che da Cortina solo si vede e molto lontano”, aveva scritto da giovane. A questi monti dedicò pagine splendide, raccolte in I fuorilegge della montagna. Uomini, cime imprese. “Allora, nel giro di pochi chilometri, le Dolomiti esplodono veramente tutto intorno biancheggiando sopra i dossi verdi e, se risplende il sole, vi appaiono come una immagine di felicità piena e solenne”.
audio_file Letto da: Giorgio Marchesi Emons Audiolibri
10 Dino Buzzati - Giorgio Marchesi

Dino Buzzati sulla Croda da Lago, con la valle d'Ampezzo sullo sfondo.
location_on 46°29'11"N, 12°06'21"E
Croda da Lago, Rifugio G. Palmieri - Installazione: Giugno 2025