11. TROPPO GIOVANI PER ESSERE VECCHI
IL LAGO DI EUGENIO MONTALE
location_on Lago del Sorapis - Installazione: Giugno 2025
Fu quello il nostro lago, poche spanne d’acqua,
due vite troppo giovani per essere vecchie,
e troppo vecchie per sentirsi giovani.
Scoprimmo allora che cos’è l’età.
Non ha nulla a che fare con il tempo, è qualcosa che dice
che ci fa dire siamo qui, è un miracolo
che non si può ripetere. Al confronto
la gioventù è il più vile degl’inganni.
Eugenio Montale, Sorapis 40 anni fa
A percorrere questo sentiero, il 215, alla volta del Lago di Sorapis, è, tra gli altri, negli anni Trenta, un futuro premio Nobel per la letteratura. Eugenio Montale (1896 – 1981) non era, per sua stessa ammissione, un amante della montagna, a cui preferiva il mare, e i paesaggi mediterranei i cui elementi forniscono così tanti spunti per la sua poesia, come in Ossi di seppia. Eppure una lirica di straordinaria bellezza la dedicò, Montale, esclusivamente a questo lago. Si intitola Sorapis 40 anni fa ed è contenuta nella raccolta Diario del ’71 e del ’72, pubblicato nel 1973 da Mondadori. I colori e la posizione superba dello specchio d’acqua avevano attratto anche altri scrittori: dalla poetessa Antonia Pozzi (1912 – 1938), in Salita, Misurina, 11 gennaio 1936, “Si accendon le tue dita sulla pietra / alte afferrando orli di cielo bianco: / non abbiamo paura del deserto. / Andiamo verso il Sorapis: Così soli / verso l’aperto altare di cristallo”, alla scrittrice e traduttrice inglese Ada Galsworthy, che menziona il lago in Over the Hills and Far Away (1937), e aggiunge, con humor britannico: “Nella vicina capanna abbiamo assaggiato la torta migliore e il vino peggiore che ci siano mai capitati”. Eugenio Montale frequentava Cortina tra le due guerre, con la compagna e futura moglie Drusilla Tanzi, che il poeta scherzosamente chiamava “mosca”. Nella poesia le si rivolge chiamandola “mio insettino”. “Tra i laghi solo quello di Sorapis / fu la grande scoperta. C’era la solitudine / delle marmotte più udite che intraviste / e l’aria dei Celesti; ma quale strada / per accedervi? Dapprima la percorsi / da solo per vedere se i tuoi occhietti / potevano addentrarsi tra cunicoli / zigzaganti tra lastre alte di ghiaccio. / E così lunga! Confortata solo / nel primo tratto, in folti di conifere, / dallo squillo d’allarme delle ghiandaie. / Poi ti guidai tenendoti per mano / fino alla cima, una capanna vuota. / Fu quello il nostro lago, poche spanne d’acqua, / due vite troppo giovani per essere vecchie, e troppo vecchie per sentirsi giovani”.
audio_file Letto da: Piero Bardash Emons Audiolibri
Arrivare in Ampezzo - Totem 11

Milano, 1966. Il poeta Eugenio Montale, nella sua casa. (Rai Cultura).
location_on 46°31'18.6"N , 12°13'32.6"E
Lago del Sorapis - Installazione: Giugno 2025